30 ottobre 2007

…. se tornassimo a fare i radioamatori ?


Le vicende che in questi giorni hanno animato alcune polemiche ed i conseguenti comportamenti assunti da alcuni associati del sodalizio E.R.A., hanno di fatto occupato l’attenzione di tutti distogliendo tempo ed idee alle attività radio per destinarlo inevitabilmente al “politichese radiantistico”.
E’ stato dato il via alla “campagna elettorale” per le elezioni previste per Marzo 2008, quando verranno rinnovate tutte le cariche sociali del Nazionale e di alcune sedi provinciali, come se altre attività più importanti e problematiche pressanti non siano lì in attesa che qualcuno si prenda la briga di affrontarle discuterle e risolverle.
Sono stati richiamati, con appello nominale presso domicilio, figure di ex soci lontani dalla vita associativa da anni, ed oggi vengono dipinti come entusiasti consoci pronti a “scendere in campo” per ricoprire cariche elettive (c’è la media di UNA carica associativa per ogni due soci regolarmente iscritti) per il rinnovando CDN Provinciale, Regionale, Nazionale, Europeo.
Già, “europeo” ed “Europa” sono i termini che maggiormente echeggiano e di cui non si fa altro che un gran parlare in questi giorni, come se ricoprire una carica “politichese” in seno all’associazione, oggi rappresenta il principale scopo sociale nella vita di ogni radioamatore associato.
Proselitismo e faziosità, gioco del gruppo in favore del singolo, insomma siamo a quattro mesi di distanza dalla fatidica data, e non mancano i contatti ad personam e la propaganda pro questo e contro quello.
Ma davvero sono in gioco “incarichi e poltrone” che sono e saranno vitali per il prosieguo della vita associativa ? Oppure sono in gioco “poltrone e incarichi” che nulla hanno a che vedere con la vita associativa ma che di fatto “inebriano” tutti coloro che già si illudono di poter esercitare chissà quale potere o influenza dalla propria poltrona ?
Personalmente sono uno che tende a tenere i piedi per terra, e basta dare uno sguardo in giro per capire che, ad oggi, inspiegabili inadempienze burocratiche condizionano la stessa esistenza dell’ associazione.
Ovviamente non siamo qui per processare nessuno (non è bello parlar male di chi non potrebbe comunque replicare) ma desidero comunque dare un suggerimento (consigli no! quelli è meglio evitarli):
Prima di parlare di dimensione “europea” dell’associazione, (perché non basta dichiararsi EUROPEAN nel logo per esserlo veramente nella sostanza e nella forza) sarebbe utile che fossero formalizzati gli adempimenti burocratici perché la stessa associazione riceva il formale riconoscimento (che merita e che è stato richiesto già da tempo ed a gran voce da più parti associate) presso le sedi Istituzionali, primo tra tutti il Ministero delle Comunicazioni.
In questo contesto sarà necessario che venga delegato inequivocabilmente il socio (o i soci) che rappresenteranno a pieno titolo l’associazione di fronte agli interlocutori ministeriali e dinnanzi alle altre Associazioni di radioamatori già riconosciute (e non lasciare che tizio o caio sia pure animato da nobili intenti, si presenti presso le sedi istituzionali ove si tengono le varie riunioni, per poi sentirsi sbattere la porta in faccia perchè non accreditato).
Inoltre (e non vorrei correre il rischio di mettere troppa carne al fuoco) sarebbe bello sapere che tra gli ultimi atti dell’attuale CDN vi sarà l’inoltro della richiesta formale di ammissione al Tavolo Tecnico della Protezione Civile Nazionale, atteso che in tutti questi anni non è stato fatto nulla per rendere esecutivo il principio che aleggia nello Statuto Nazionale, dove si indica che:

(omissis) L’E.R.A. è stata, iscritta nell’elenco delle Organizzazioni di volontariato del Dipartimento della Protezione Civile, con autorizzazione all’uso dell’emblema, giusta nota protocollo n° 87849 – U6.1.3 del 24.12.1996 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile – Servizio Volontariato. (omissis)

E prosegue dicendo:

(omissis) L’E.R.A. si prefigge di costituire collegamenti fra i Soci e le Pubbliche Amministrazioni per la collaborazione con la PROTEZIONE CIVILE.(omissis)

Davvero credevamo, in questi anni, di poter essere attivati in ambito radio emergenze se fosse scattata una qualsivoglia calamità in Italia? No, non c’erano i presupposti per essere attivati in ambito nazionale, semplicemente perché non ci siamo mai formalmente presentati per quelli che potenzialmente siamo: Volontari di TLC in emergenza.
Insomma diciamocelo chiaro: non basta fregiarsi di un emblema sul gilet per essere realmente inseriti in un sistema di intervento civile nazionale, e di solo fumo non si vive.
Va da se che fino a quando non potremo sederci a pieno titolo al Tavolo Tecnico delle Associazioni di Volontariato indetto dalla Protezione Civile Nazionale, lo Statuto associativo ed i principi intrisi di solidarietà sociale e di volontariato interventista che lo animano, saranno miseramente disattesi.
Al momento non ci resta altro da fare che rimanere in attesa che gli organi preposti ci leggano e che vogliano benevolmente prendere in seria considerazione i suggerimenti sopra esposti.

Intanto ......... se tornassimo a fare i radioamatori?

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